Granai, forni e mulini in Valpelline
Ad Oyace
Nella frazione di le Voisinal si può visitare una particolare costruzione databile al XV secolo, il grenier isolato, un tempo usato per la conservazione di prodotti come il pane, la farina oltre ad attrezzi agricoli e vestiario. È costruito con tavole di larice di circa 12 cm di spessore, incastrati a mezzo legno e tenuti stretti tramite apposite caviglie.
Nelle frazioni di le Voisinal e Chez-les-Brédy si possono ancora individuare due mulini, l’ultimo totalmente ristrutturato dal Comune nel 2012.
Possiamo trovare ancora oggi diversi forni nelle frazioni di Voisinal, Vernosse, la Condemine, le Bouyoz e la Crétaz. Ancora oggi come un tempo vengono utilizzati per la cottura del pane nero. Questo avviene una due volte l’anno e coinvolge tutta la comunità. È un’occasione per stare insieme lavorando, tutto si fa rigorosamente a mano: l’impasto viene mescolato da braccia forti poi diviso in pagnotte ben lavorate, trasportate a piedi dal "pastificio" al forno su assi di legno, la delicata operazione di infornare e seguire la cottura avviene senza l’utilizzo di termometri ma solo guardando il cambio di colore delle pietre del forno. Dopo c’è la festa, l’uscita dei pani, che di tradizione si lanciano di mano in mano fino a posizionarli su di un "ratelier" in legno. Quando il pane diventa secco si taglia col "copapàn", un tradizionale coltello di ferro unito al tagliere.
Nelle frazioni di le Voisinal e Chez-les-Brédy si possono ancora individuare due mulini, l’ultimo totalmente ristrutturato dal Comune nel 2012.
Possiamo trovare ancora oggi diversi forni nelle frazioni di Voisinal, Vernosse, la Condemine, le Bouyoz e la Crétaz. Ancora oggi come un tempo vengono utilizzati per la cottura del pane nero. Questo avviene una due volte l’anno e coinvolge tutta la comunità. È un’occasione per stare insieme lavorando, tutto si fa rigorosamente a mano: l’impasto viene mescolato da braccia forti poi diviso in pagnotte ben lavorate, trasportate a piedi dal "pastificio" al forno su assi di legno, la delicata operazione di infornare e seguire la cottura avviene senza l’utilizzo di termometri ma solo guardando il cambio di colore delle pietre del forno. Dopo c’è la festa, l’uscita dei pani, che di tradizione si lanciano di mano in mano fino a posizionarli su di un "ratelier" in legno. Quando il pane diventa secco si taglia col "copapàn", un tradizionale coltello di ferro unito al tagliere.
A Bionaz
Negli ultimi anni a Bionaz sono stati ristrutturati diversi piccoli forni a legna che si trovano nei vari villaggi e servono per la cottura del pane nero, una vecchissima tradizione del paese che si tramandava da padre a figlio.