La fauna della Valpelline
La Valpelline si può dividere in quattro fasce in base all'altitudine. Il fondovalle risulta coltivato, i pascoli, la foresta mista e l'ambiente alpino formato dalle rocce nude, nevi e ghiacciai.
Nel bosco di latifoglie a fondo valle c'è la possibilità di imbattersi nel ghiro, nel moscardino, nel columbro liscio, nel ramarro, nella lucertola comune o muraiola o vivipara o nello scoiattolo, che come la donnola può salire fino alle foreste resinose. Tra i colubri troviamo il biacco e la natrice dal collare, mentre tra i viperidi c'è la vipera comune ed il marasso; è inoltre segnalata la salamandra alpina. Nel bosco meno folto si può incontrare il tasso, la volpe, i ricci. Solitamente nel fondovalle abitato e coltivato si possono trovare la faina, e da alcuni anni anche il cinghiale, i caprioli che preferiscono il bosco, ma che sono adatti anche per le praterie da pascolo.
Nella fascia della foresta decidua a media altitudine, si può scorgere il picchio verde, quello rosso e quello nero, la puzzola, la martora e l'ermellino, animali che come la lepre possono spingersi più in alto. Negli ultimi anni è aumentato anche il numero dei cervi che pascolano tranquillamente nelle praterie e nel bosco. Possiamo inoltre incontrare la rana temporaria, montana, verde e la dalmatina. Il rospo comune ha una stazione di riproduzione al lago Lexert. Un gran numero di farfalle popolano la Valpelline e cavallette in grandi quantità, che sono il cibo del gracchio e del corvo imperiale.
Oltre i 2000 mt. di altitudine incontriamo la coturnice, il gallo forcello e la pernice bianca. La lepre comune a queste altitudini, viene sostituita dalla lepre variabile che, come l'ermellino e la pernice bianca, variano il colore del loro manto a seconda della stagione per potersi mimetizzare con il territorio circostante. Anche la marmotta vive a queste quote e per sopravvivere alla carenza di cibo, va in letargo. Il camoscio vive trai 1000 e i 2000 mt, anche se non ha difficoltà nello spingersi molto più in alto. In inverno rimane nella foresta di larici, dove può trovare nutrimento. Ha un corpo piuttosto piccolo ed è molto agile, dall'udito e odorato acutissimi. La sua pelliccia bruno fulva, cambia di tonalità; d'inverno si scurisce per assorbire i raggi solari e mantenere meglio il calore interno. Lo stambecco, che è certamente l'animale più esclusivo della montagna, ha un aspetto massiccio e poderoso, con un paio di corna imponenti, nodose, ricurve e divaricate, che sono di dimensioni inferiori nelle femmine. Il suo mantello è bruno grigiastro, un po' più scuro nella parte anteriore del corpo e al termine della coda. Anche lo stambecco ha delle sensibili variazioni del manto in base alle stagioni. E' una specie che si adatta alla vita in alta quota, ben oltre il limite delle foreste di conifere. E' un gran arrampicatore, molto attivo in estate e in inverno, di giorno e di notte quando la luna schiarisce le tenebre, è un ottimo saltatore, aiutato dalla forma delle unghie dei suoi zoccoli, che gli permettono di sfruttare ogni minimo appiglio. Ha un temperamento piuttosto indolente e le sue reazioni sono tarde. Per il suo carattere e come abbiamo detto, per la sua scarsa reattività è una specie che ha rischiato l'estinzione.
Nei cieli della Valpelline possiamo ammirare la poiana e l'aquila reale, due rapaci diurni frequentemente avvistati; mentre il primo arriva fino al limite superiore del bosco, l'aquila raggiunge le più alte quote ed è in grado di percorrere enormi distanze. L'avifauna è particolarmente ricca e varia, si possono segnalare: nelle zone umide l'airone cenerino, il germano reale e la gallinella d'acqua.
Nei prati e nei boschi di fondovalle possiamo scorgere il gufo comune, l'allocco, la civetta, la ghiandaia, il merlo acquaiolo, il frosone, l'averla piccola. Nei boschi di conifere oltre alla poiana c'è l'astore, lo sparviere, il gheppio, la civetta nana, la nocciolaia, il picchio nero maggiore, il crociere, il ciuffolotto e la civetta capogrosso, e il raro gufo reale. Al limite dei boschi vive il fagiano di monte, il codirossone. Nei pascoli alti possiamo vedere la pernice bianca, il gracchio alpino, il gracchio corallino, il picchio muraiolo, il sordone.
Nel bosco di latifoglie a fondo valle c'è la possibilità di imbattersi nel ghiro, nel moscardino, nel columbro liscio, nel ramarro, nella lucertola comune o muraiola o vivipara o nello scoiattolo, che come la donnola può salire fino alle foreste resinose. Tra i colubri troviamo il biacco e la natrice dal collare, mentre tra i viperidi c'è la vipera comune ed il marasso; è inoltre segnalata la salamandra alpina. Nel bosco meno folto si può incontrare il tasso, la volpe, i ricci. Solitamente nel fondovalle abitato e coltivato si possono trovare la faina, e da alcuni anni anche il cinghiale, i caprioli che preferiscono il bosco, ma che sono adatti anche per le praterie da pascolo.
Nella fascia della foresta decidua a media altitudine, si può scorgere il picchio verde, quello rosso e quello nero, la puzzola, la martora e l'ermellino, animali che come la lepre possono spingersi più in alto. Negli ultimi anni è aumentato anche il numero dei cervi che pascolano tranquillamente nelle praterie e nel bosco. Possiamo inoltre incontrare la rana temporaria, montana, verde e la dalmatina. Il rospo comune ha una stazione di riproduzione al lago Lexert. Un gran numero di farfalle popolano la Valpelline e cavallette in grandi quantità, che sono il cibo del gracchio e del corvo imperiale.
Oltre i 2000 mt. di altitudine incontriamo la coturnice, il gallo forcello e la pernice bianca. La lepre comune a queste altitudini, viene sostituita dalla lepre variabile che, come l'ermellino e la pernice bianca, variano il colore del loro manto a seconda della stagione per potersi mimetizzare con il territorio circostante. Anche la marmotta vive a queste quote e per sopravvivere alla carenza di cibo, va in letargo. Il camoscio vive trai 1000 e i 2000 mt, anche se non ha difficoltà nello spingersi molto più in alto. In inverno rimane nella foresta di larici, dove può trovare nutrimento. Ha un corpo piuttosto piccolo ed è molto agile, dall'udito e odorato acutissimi. La sua pelliccia bruno fulva, cambia di tonalità; d'inverno si scurisce per assorbire i raggi solari e mantenere meglio il calore interno. Lo stambecco, che è certamente l'animale più esclusivo della montagna, ha un aspetto massiccio e poderoso, con un paio di corna imponenti, nodose, ricurve e divaricate, che sono di dimensioni inferiori nelle femmine. Il suo mantello è bruno grigiastro, un po' più scuro nella parte anteriore del corpo e al termine della coda. Anche lo stambecco ha delle sensibili variazioni del manto in base alle stagioni. E' una specie che si adatta alla vita in alta quota, ben oltre il limite delle foreste di conifere. E' un gran arrampicatore, molto attivo in estate e in inverno, di giorno e di notte quando la luna schiarisce le tenebre, è un ottimo saltatore, aiutato dalla forma delle unghie dei suoi zoccoli, che gli permettono di sfruttare ogni minimo appiglio. Ha un temperamento piuttosto indolente e le sue reazioni sono tarde. Per il suo carattere e come abbiamo detto, per la sua scarsa reattività è una specie che ha rischiato l'estinzione.
Nei cieli della Valpelline possiamo ammirare la poiana e l'aquila reale, due rapaci diurni frequentemente avvistati; mentre il primo arriva fino al limite superiore del bosco, l'aquila raggiunge le più alte quote ed è in grado di percorrere enormi distanze. L'avifauna è particolarmente ricca e varia, si possono segnalare: nelle zone umide l'airone cenerino, il germano reale e la gallinella d'acqua.
Nei prati e nei boschi di fondovalle possiamo scorgere il gufo comune, l'allocco, la civetta, la ghiandaia, il merlo acquaiolo, il frosone, l'averla piccola. Nei boschi di conifere oltre alla poiana c'è l'astore, lo sparviere, il gheppio, la civetta nana, la nocciolaia, il picchio nero maggiore, il crociere, il ciuffolotto e la civetta capogrosso, e il raro gufo reale. Al limite dei boschi vive il fagiano di monte, il codirossone. Nei pascoli alti possiamo vedere la pernice bianca, il gracchio alpino, il gracchio corallino, il picchio muraiolo, il sordone.